Lettera ai futuri pazienti

Psicoterapia in Sardegna e Online in tutta Italia

Gentilissimo futuro paziente, 

 

Il primo contatto che avrò con te avverrà solitamente con una chiamata o meglio con una email dal form, ma sono consapevole che dietro a quella chiamata e prima di quell’iniziale contatto c’è un mondo da scoprire. La varietà di situazioni alla base di questa piccola azione è pressoché infinita e impossibile da catalogare, ma di comune c’è sempre l’idea di aver bisogno dell’aiuto di un professionista. Questa premessa può sembrarti una banalità ma racchiude già in sé la tua motivazione per cambiare e la fiducia nel poterlo fare. Dietro a questa tua richiesta adulta e consapevole di aiuto ci sono anche motivazioni e spinte che hanno poco a che fare con la razionalità, puoi cioè provare delle paure che frenano la tua decisione e delle speranze che la spingono. 

 

PAURE E SPERANZE

 

Io so di essere inizialmente uno sconosciuto per te e quindi so che il più delle volte prima di chiamarmi o nei primi incontri puoi provare imbarazzo o timore. Questa è la paura di ciò che ancora non si conosce, è una delle paure più arcaiche dell’uomo. In fin dei conti è del tutto naturale e anche sano avere questa paura. Infatti nello studio di uno psicoterapeuta si raccontano gli aspetti più personali e intimi di se stessi, anche i lati di sé che non piacciono o che solitamente non si raccontano a nessuno, forse neanche a se stessi. E’ un’esperienza che nella vita di tutti i giorni non capita. Proprio per questo è così preziosa. 

Potresti avere paura di essere giudicato. Anche questa è una paura del tutto normale, ma non c’è nulla di più lontano dalla psicoterapia. Uno dei miei principali compiti per cui sono formato e allenato è proprio astenermi completamente dal giudizio. L’atto stesso di chiedere aiuto richiede rispetto e fiducia e qualunque esperienza tu voglia condividere in terapia diventerà oggetto di analisi e riflessione, ma mai di giudizio. Mi impegno anzi ad aiutarti nel giudicarti di meno e ad essere più flessibile con te stesso. Potresti anche sentirti debole per l’idea di chiedere aiuto, per non riuscire da solo ad uscirne, ma non c’è nulla di più lontano dalla realtà. La mia visione come terapeuta è che chiedere quando si ha bisogno mostra invece una forza e una determinazione non comune e ti fa essere una persona migliore.

Potresti arrivare con la paura che la terapia non funzioni. Questo è forse lo scoglio iniziale più difficile da affrontare nel momento in cui decidi di chiamarmi. Il pericolo che puoi percepire è che tutte le tue speranze riposte nel gesto di contattarmi vengano deluse. Anche questa paura in realtà è naturale, non tutti la provano, ma è una forma di autodifesa che ti protegge dalle possibili ferite e delusioni della vita. Come tutte le altre forme di autoprotezione anche questa va rispettata e compresa. Il più delle volte questa difesa gradualmente cade nel rapporto accogliente e professionale che cerco di instaurare con le persone che mi scelgono come terapeuta.

Ovviamente a fianco alle paure si mescolano anche le speranze. Se non nutrissi delle profonde speranze, forse anche solo abbozzate, non saresti su questa pagina e non prenderesti neanche in considerazione l’idea di chiamarmi. La speranza ti dà la forza di uscire da un momento difficile ed è alla base della resilienza umana, cioè la capacità di far fronte alle difficoltà. 

Potrai provare la speranza che finalmente qualcuno possa comprenderti e capirti, che qualcuno possa aiutarti a fare chiarezza nella confusione che ti attraversa, la speranza di avere una guida per affrontare degli aspetti di te che da molto tempo ti fanno soffrire o ti bloccano, la speranza che qualcuno possa sostenerti nel lasciare andare dei pesi che limitano le relazioni o il tuo modo di stare nel mondo. 

Sono quindi consapevole di avere una grande responsabilità nei tuoi confronti così come sono consapevole che, se deciderai di chiamarmi, anche tu sentirai una profonda responsabilità nei confronti di te stesso. In ultima analisi quindi ciò che caratterizza il rapporto che costruiremo sarà lafiducia. La fiducia nella relazione che svilupperemo, la fiducia nella possibilità di cambiare e di poter stare meglio, la fiducia in te stesso.

 

COS’È LA PSICOTERAPIA PER ME

 

Due persone che si incontrano nella stanza di psicoterapia sono come due strumenti musicali che devono suonare insieme e creare una melodia dandosi un ritmo comune. Il mio ruolo come psicoterapeuta è cercare di accordare le mie corde alle tue corde, trovare una tonalità su cui possiamo sintonizzarci per creare una melodia unica. Potrà capitare di perdere momentaneamente la sincronia, in ogni relazione succede. In quei momenti sarà mia cura ritrovare la sintonia e riflettere con te sui motivi che hanno portato ad una rottura dell’equilibrio. Affinché la terapia funzioni i nostri due strumenti suoneranno nella stessa accordatura.

Questa metafora credo che rappresenti bene ciò che per me è la psicoterapia e il mio compito come psicoterapeuta. Sono fermamente convinto che fare ed essere uno psicoterapeuta sia uno dei mestieri più belli che possano esistere. Ho il privilegio di vedere davanti ai miei occhi i tuoi cambiamenti, di accompagnarti nell’acquisizione di nuove consapevolezze e strategie, di supportarti nel diventare una persona più completa e soddisfatta. Questo è un onore per me e così lo vivo tutti i giorni in cui entro nel mio studio di psicoterapia.

In ultima analisi, come ho imparato da un mio grande insegnante, il grande privilegio della mia professione è di poter conoscere la parte più bella dell’umanità, quella capace di mettersi in discussione e di affrontare le difficoltà cercando di migliorare. 

 

Cristian Livolsi