Il Training Autogeno (T.A.), cosi' come proposto e divulgato dal fondatore del metodo J.H.Schultz (1932-1970), e' oggi uno dei metodi psicoterapici piu' facilmente impiegabili nel
trattamento di gran parte delle turbe neuropsichiche.
Il T.A. e' uno strumento ormai cosi' diffuso che di esso si avvalgono sia le persone bisognose di riequilibrare funzioni alterate, sia le persone "sane" che desiderano migliorare la propria
qualita' di vita.
"Training" = allenamento, esercizio sistematico per la formazione di se stessi (processo che appartiene alle funzioni superiori dell'apprendimento)
"Autogeno" = che si genera da se'
Tutto il cambiamento dell'unita' biopsichica in termini di tranquillizzazione neurovegetativa, di amplificazione di sensazioni, di mutamento dello schema corporeo, di straordinari vissuti
psichici e' come se si offrisse al soggetto in modo del tutto spontaneo, come qualcosa che emerga dagli strati psicosomatici piu' profondi dell'organismo senza che si adoperi in nessun modo per
favorire tale processo.
Per comprendere che tipo di allenamento e' quello che riguarda il T.A., bisogna rifarsi al concetto dicommutazione che vuol dire cambiare uno stato di cose ormai stabilmente strutturato.
Nella vita quotidiana ci si addestra a fare qualcosa, nel T.A. al contrario ci si avvicina verso il non fare.
Con l'allenamento del T.A. conquistiamo la capacita' di staccarci dalla passione di agire, di operare sulla realta' per adattarla ai nostri fini: nel Training Autogeno ci si allena a non
allenarsi!
La pratica del T.A. infatti consiste in un "apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva, particolarmente studiati e concatenati, allo scopo di portare progressivamente al realizzarsi di spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalita' vascolare, dell'attivita' cardiaca e polmonare, dell'equilibrio neurovegetativo e dello stato di coscienza" (L.Peresson).
I principali risultati che si possono ottenere con la pratica del T.A. sono tre:
In definitiva, il Training Autogeno si puo' definire come:
"Una Psicoterapia breve, fondata sui principi dell'ideoplasia e della concentrazione psichica passiva, che consente di realizzare, mediante uno speciale allenamento psicofisico, l'equilibrio
neurovegetativo, la calma e positive modificazioni di personalita'."
"Ideoplasia" di Forel = capacita' di un elemento ideativo, cioe' immagine, pensiero o concetto di produrre "formazioni", cioe' modificazioni somatiche.
Gli elementi ideativi producono alterazioni dell'organismo percepibili in modo obiettivo e sperimentalmente dimostrabile.
Alla luce di questi riscontri scientifici, si e' presentata la possibilita' di produrre con la mente condizioni psicofisiche di antisteria, antipsicomatosi, antistress.
L'"Effetto Carpenter" (1873) = fa parte dei processi neurofisiologici alla base del processo di generalizzazione ed afferma che la percezione o la rappresentazione mentale di un movimento provocano degli impulsi motori che sono riscontrabili a livello elettromiografico (attivita' dei muscoli).
Immaginare = la rappresentazione di dati sensoriali, non in base all'azione diretta di stimoli sensoriali, ma in base alle tracce residue di precedenti percezioni.
"Concentrazione passiva" = e' un modo di essere della psiche che si esplica in assenza di sforzo, di volonta', di attenzione, di impegno, di azione; questa e' una dimensione naturale dell'uomo
che deve solo essere riscoperta.
Rivolgersi in modo disteso e spontaneo verso un processo.
Nel praticare il T.A. bisogna abbandonare la tendenza costante ad essere protagonisti, per diventare spettatori dei fenomeni che accadono all'interno di ognuno di noi.
Bisogna lasciar accadere.
Fondamenti del Training Autogeno e concetti principali
Il Training Autogeno si e' formato attraverso la selezione e la successiva fusione degli elementi validi di varie terapie psicologiche, attraverso l'elaborazione di una metodica e di un'analisi
scientifica dei risultati.
Secondo Schultz con il T.A. si puo' raggiungere tutto cio' che puo' essere dato da "distensione e immersione psichica", cioe':
Con Schultz, il quale vedeva nella collaborazione del paziente la base di ogni trattamento psicoterapeutico, nacque il T.A. come metodo di autosuggestione psichica.
In quanto metodo esso puo' accelerare e facilitare il raggiungimento di uno scopo, di un compito, ma il suo successo, come per ogni Psicoterapia, dipende dalla collaborazione del paziente.
Questo aspetto e' confermato anche dal fatto che gli esercizi del singolo partecipante riescono molto meglio se prima vengono eliminati, da parte del trainer, i punti oscuri e i dubbi sul T.A. e
sulla sua scientificita', in modo che il praticante sia consapevole e partecipe al massimo e non si senta in balia del terapeuta.
La polarita' Tensione/Distensione
K. Jasper afferma che "tensione e distensione formano una polarita' presente in tutti gli aspetti della vita, dal biologico fin nell'anima e nello spirito" e Schultz anche, nei suoi scritti
riporta "la vita richiede polarita': alto grado di tensione per la realta' e la combattivita' e profonda distensione, sgorgante dall'interno per tuttto il resto".
La distensione, che e' il fine del Training Autogeno, va sempre quindi intesa nel suo rapporto di alternanza con la tensione.
La richiesta di distensione non e' dovuta solo a un aumento quantitativo di tensione della vita odierna, ma anche da una particolare oppressione sociale e psicologica dell'odierno mondo del
lavoro e della scuola.
Il tono
Per tono si intende la tensione dei tessuti, in particolare dei muscoli, controllata dal sistema nervoso in stato di riposo: tensione base del muscolo in riposo.
Essa oscilla entro limiti precisi.
Il biotono e' la tensione vitale che determina l'intero essere umano:
Quello che conta e' stabilire il tono appropriato.
Tutti i processi oscillano tra tensione e distensione, ma se l'intervallo diventa troppo grande si esce dalla normalita'.
Una distensione totale, a differenza di una contrazione (crampo) non e' mai dannosa, quando invece c'e' una tensione eccessiva fa seguito un collasso, sia a livello fisico (dopo il crampo c'e'
rilasciamento) che psichico.
Per esempio dopo sforzi fisici o psichici il sonno e' di piombo, cioe' piu' profondo del normale e ci si riprende lentamente al contrario del sonno disteso.
Nelle situazioni stressanti (anche se sono gia' superate) che corrispondono a un crampo della psiche si arriva ad un rilasciamento eccessivo, ad un collasso della psiche.
Legge Psicofisica
Ogni funzione e' sempre in rapporto con le altre, cioe' l'uomo reagisce come unita' globale:
"la regolazione del tono della muscolatura volontaria, quella del sistema vegetativo e quella dellatimopsiche (sensibilita' psico-affettiva interiore) sono tra esse
interdipendenti e sono l'espressione di una tipologia particolare"
Se una di esse subisce un cambiamento, anche le altre reagiscono nello stesso senso.
Quindi nel T.A. si parte da modificazioni muscolari per ottenere una trasformazione nella sfera psichica e vegetativa: si distende la muscolatura scheletrica e dei vasi sanguigni e con cio' si
raggiunge la distensione totale dell'individuo, che e' fondamentale per la commutazione autogena.
Nell'animale l'integrazione autonoma di tutte le funzioni si svolge senza problemi; con l'acquisizione della coscienza e dell'intelletto riflettente, l'uomo ha perso delle capacita', che puo'
riacquistare solo attraverso l'esercizio.
L'apprendimento del Training Autogeno
Nel processo di apprendimento del T.A. intervengono numerosi fattori e aspetti diversi.
La ricerca di un contenuto della memoria e' facilitata da fenomeni associativi definiti in due leggi
Le leggi associative non riguardano solo i concetti ma anche immagini che possono provenire da ogni area sensoriale.
Nel T.A. intervengono le leggi secondarie.
Ci sono anche tutta una serie di reazioni che si svolgono secondo la modalita' dei riflessi condizionati, anche se sono fondamentali anche i principi di intenzionalita' e
dell'aspettativa.
Nel T.A. si lavora principalmente con il rinforzo positivo, dove la ricompensa e' il riconoscimento da parte del terapeuta o del gruppo.
E' importante anche la teoria dell'orientamento, secondo cui le azioni e le reazioni di un essere vivente sono determinate da aspettative riguardanti la meta da raggiungere, e da cui deriva l'importanza di chiarire i fondamenti del T.A. tramite discussione condotta dall'operatore.
Molto legata all'aspettativa e' l'Insight, la presa di coscienza, che determina tutto il processo di apprendimento dalle sue basi: meglio conosciamo lo svolgimento del processo piu' ce lo attendiamo naturalmente, piu' e' delineata la meta e piu' chiare ed intense sono le aspettative di successo, soprattutto se la loro base e' considerata sicura e convincente.
Una caratteristica del T.A. e' la ripetizione sistematica, tramite cui si sommano i rinforzi dei singoli atti di apprendimento.
Questa ripetizione la ritroviamo in molte pratiche sia fisiche (allenamento), che vegetative (T.A.) che psichiche (terapia comportamentale), religiose (rosario e mantra).
Gli effetti di questa ripetizione del Training Autogeno sono:
Questo contribuisce ad automatizzare il processo, cosi' che serve meno attenzione per farlo e diventa una "buona abitudine".
Ogni comportamento appreso dal bambino e non solo, inavvertitamente e senza riflessione, che si fissa come abitudine per via della continua ripetizione puo' essere eliminato solo con l'esercizio
sistematico, cioe' con un processo di apprendimento che, in base a una riflessione, viene impiegato per uno scopo ben preciso, profondamente diverso quindi da quello dell'animale e del bambino.
Praticare il T.A. vuole dire anche molto disimparare dei comportamenti ai quali siamo stati educati, ma che ostacolano il nostro sviluppo individuale; si tratta di riattivare modelli di
comportamento inibiti, ma necessari per lo sviluppo.
Le curve dell'apprendimento
Non tutti apprendiamo il T.A. nello stesso modo: una pressione media del disturbo e il riconoscere che ci serve un trattamento e' la situazione ideale per apprendere, mentre ci sara' difficile se
siamo in una situazione di forte conflitto o abbiamo motivazioni troppo forti.
Differenze e affinita' con l'Ipnosi e il Sonno
In breve possiamo dire che cio' che differenzia il Training Autogeno dall'ipnosi e dal sonno e' soprattutto l'espressione della personalita' autonoma e della liberta' di disporre di se':
L'attivita' fisiologica del sonno, che si deve considerare da questo punto di vista un processo attivo, si rivela attraverso l'aumento del tono del parasimpatico (parte del sistema nervoso
autonomo che si occupa della rigenerazione del corpo), come ad esempio, diminuzione della frequenza respiratoria, del polso, del tono muscolare, ecc.
Nel T.A. troviamo le stesse manifestazioni vegetative anche se meno marcate, che costituiscono il substrato fisiologico della funzione di ripresa e ricostituzione propria del training.
L'EEG (Elettroencefalogramma) del Training Autogeno si trova in qualche punto tra pre-sonnolenza e sonnolenza ma le curve del potenziale cerebrale indirizzano piu' verso uno stato
particolare di immersione concentrativi che verso il sonno vero e proprio.
Studiando il sonno, si sono notati alcuni effetti importanti anche per il T.A.: il "sonno della balia" per cui una mamma si sveglia al pianto anche flebile del bambino e puo' non sentire rumori
molto piu' forti, e il risveglio a orari prestabiliti.
Questi due fatti dimostrano che determinate aspettative mantengono il loro effetto anche durante il sonno.
Su questo principio si basa anche l'influsso che hanno le formulazioni dei proponimenti del T.A. sullo svolgimento del sonno.
Tutte e tre le condizioni (T.A., ipnosi e sonno) hanno bisogno di condizioni ideali: posizione del corpo rilassata, chiusura degli occhi, smorzamento degli stimoli esterni, stimoli ritmici e
monotoni.
Le commutazioni comuni ai tre stati riguardano lo stato di coscienza: tendenza alla coscienza di tipo onirico, restringimento della coscienza, distacco dal mondo esterno (introspezione).
Il fattore fondamentale del Training Autogeno e' dato da un cosciente orientamento dell'attenzione verso la propria commutazione; appena questa attenzione viene interrotta si slitta nel sonno o
di nuovo indietro nello stato di veglia cosciente.
Il soggetto che fa il T.A. deve mantenersi come sospeso tra il sonno e la veglia, per questo ci si dovrebbe esercitare quando si e' riposati.
Nelle persone allenate si forma una barriera funzionale che rende impossibile lo slipping al sonno.
La struttura psichica e il Training Autogeno
Il modello della psiche di Aristotele (anima razionale, sensitiva e vegetativa), era statico.
La suddivisione in tre aspetti si e' mantenuta fino ad oggi nel trinomio corpo-anima-spirito e nelle istanze freudiane di Es, Io e Super-Io.
Solo da 200 anni a questa parte si e' affermata l'idea di una dinamica evolutiva secondo cui si va da uno stadio piu' primitivo a uno stadio piu' evoluto.
Per quanto riguarda il T.A. come processo commutativo, esso non e' comprensibile senza il suo aspetto regressivo, dove con questo termine si intende un ritorno a un precedente stadio del
processo evolutivo.
Essa si definisce come "riattivazione di modelli comportamentali anteriori ontogeneticamente corrispondenti alle prime fasi dell'infanzia, quindi a stadi espressivi e comportamentali con basso
grado di differenziazione e strutturazione.
Nel T.A. la regressione e' produttiva: nella cultura occidentale la spontaneita' viene sostituita con il comportamento convenzionale, la sensibilita' viene livellata, la fantasia sostituita da
sistemi astratti.
Il Training Autogeno favorisce invece le funzioni trascurate, promuove la possibilita' di espressione dell'uomo, favorisce l'integrita' individuale.
Il T.A. e' caratterizzato da uno stato di coscienza ristretto e di tipo onirico: durante questi stati compaiono delle reazioni che sono al di sotto del livello della volonta' cosciente
(ipobulico).
Si procura una scissione psichica, un doppio stato di coscienza (onirica e vigile).
L'introversione e la somatizzazione
Per somatizzazione Schultz intende che il soggetto "percepisca passivamente il proprio vissuto corporeo", che cioe' si somatizzi, che ci sia una intensa immedesimazione sensoriale nella propria
corporeita'.
Il fattore fondamentale della commutazione del T.A. e' il rivolgimento cosciente verso le sensazioni interiori: gli esercizi possono essere paragonati ai gradini di una scalinata che conduce alla
somatizzazione, ad una percezione sensitiva ed emotiva del proprio corpo.
Le sensazioni possono essere divise in vari gruppi:
Concretizziamo tale coscienza corporea nell'immagine intuitiva del nostro corpo come un modello, cioe' come uno "schema corporeo", che e' in noi straordinariamente stabile.
Durante il Training Autogeno la crescente somatizzazione produce una modificazione delle qualita' sensoriali che possono essere interpretate come una forma ludica delle allucinazioni patologiche.
Alle modificazioni delle percezioni corporee e' strettamente connessa la "zonestesia" che si riferisce all'insieme di modificazioni delle condizioni vitali generali del corpo:
Il T.A. si puo' quindi considerare come mezzo per lo sviluppo della personalita' e dal punto di vista psichico si ha un allargamento dell'Io corporeo: il T.A., con le sue
possibilita' introspettive, apre all'individuo nuove vie verso il patrimonio sconosciuto delle esperienze possibili che riposano in lui.
Fasi dell'apprendimento del Training Autogeno
La modificazione funzionale che le strutture nervose di chi pratica il T.A. subiscono, attraversano varie fasi:
Ipotesi e cenni psico-fisiologici
L'intero sistema nervoso dell'uomo suddiviso in due parti:
sistema sensomotorio o sistema cerebrospinale
sistema vegetativo o sistema nervoso autonomo
Il sistema periferico e' suddiviso in due funzioni antagoniste:
simpatico
parasimpatico (vago)
Lo scopo del Training Autogeno e' quello di rimuovere disfunzioni funzionali di questi apparati nervosi e di modificare il tono vegetativo nel senso di una piu' distesa reattivita' di base; quindi a una sollecitazione delle funzioni del parasimpatico e a un'inibizione del simpatico.
I disturbi vegetativi funzionali riguardano sempre ambedue i sistemi e sono prodotti da una combinazione di sintomi, che possono essere cronici (distonia vegetativa) o transitori (disturbi
vegetativi di regolazione).
Il T.A. produce "commutazione trofotropica" cioe' produce la riorganizzazione vegetativa in funzione della rigenerazione, dell'assimilazione, dell'immagazzinamento.
Esiste un tono vegetativo permanente, costituzionale che si inserisce nelle singole richieste organiche; si deve distinguere dal tono vegetativo costante singole deviazioni eccessive o
insufficienti che si verificano negli stress, negli esaurimenti, nelle difficolta' emotive.
Le risposte nervose sono controllate da alcuni centri del tronco cerebrale, collegati tra loro:
Per il Training Autogeno e' importante:
Il Training Autogeno agisce in modo opposto allo stress; i suoi effetti sono mediati soprattutto dalla formazione reticolare ascendente (F.R.A.).
Essa e' un insieme di strutture nervose situate nel tronco dell'encefalo ed e' in collegamento con tutti i fasci ascendenti della sensibilita' esterocettiva (tattile, presso ria,
dolorifica,termica), propriocettiva (muscoli e tendini), esterocettiva (visceri e vasi sanguigni), avendo cosi' modo di registrare tutti i dati provenienti dalla periferia.
In questo modo puo' inviare informazioni che mettono l'organismo in stato di allerta e vigilanza.
Quando pero' gli stimoli in arrivo sono minimi, la F.R.A. smette di trasmettere e l'organismo si rilassa.
Gli esercizi specifici del T.A. determinano una disattivazione della F.R.A. che va ad aggiungersi a quella normale prodotta dallo smorzamento degli stimoli visivi e uditivi; entra cosi' in azione
l'ipotalamo anteriore che le funzioni opposte di riposo, riparazione, anabolizzanti.
Esso a sua volta attiva il sistema nervoso vegetativo parasimpatico.
In sintesi, in pochi minuti il T.A. riproduce condizioni molto simili a quelle del sonno fisiologico con conseguenti effetti rigenerativi e ristoratori.
Le applicazioni
Con il T.A. si puo' raggiungere tutto cio' che puo' essere prodotto da distensione e immersione; secondo Schultz si tratta di:
L'applicazione del Training Autogeno nei disturbi psicovegetativi
Uno degli scopi del T.A. e' l'autoregolazione delle funzioni normalmente involontarie, cioe' che si svolgono spontaneamente.
Questo e' il campo piu' importante di applicazione.
Oggi si parla di disturbi funzionali o di sindrome psico-vegetativa in cui l'aspetto vegetativo e quello psichico sono sempre presenti contemporaneamente nelle singole manifestazioni della
sindrome.
La diagnosi di un disturbo psicovegetativo parte di solito dall'esclusione di una malattia organica; una caratteristica dei pazienti psicosomatici e' la scarsa percezione dei loro
conflitti.
Il sintomo psicosomatico e' da intendersi come conseguenza di un disturbo vegetativo funzionale, dovuto alla rimozione di una certa quantita' di energia psichica all'interno di un conflitto
costante.
Lo schema delle nevrosi di Schultz puo' essere un buon aiuto per la valutazione delle possibilita' terapeutiche dei disturbi psicovegetativi:
Tipiche dei disturbi psicovegetativi sono: multiformita' delle manifestazioni, quantita' dei disturbi, frequenza del fenomeno generico (nervosismo), vario decorso, frequenza del fenomeno generico, aspetto di inadeguatezza.
Tra i disturbi psicovegetativi trattabili con il Training Autogeno ci sono:
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